domenica 17 maggio 2009

Sull'ingombro ontologico degli ex nei due sessi


«Le storie iniziano, le storie finiscono». È una frase che uso spesso. Non la dico con tono rassegnato, né entusiasta. La dico come dato di fatto. Si chiamano storie, e in quanto tali devono prima o poi finire. Qualcuna dura un giorno solo come le farfalle, altre durano anni come una scritta sul muro, e altre ancora di più. L'auspicio è che tra tutte le nostre storie ce ne sia una che finisca con la nostra morte.
Così nella vita ci capita che un certo numero di storie finiscano, e dopo un po' ti domandi cosa fare di tutti quegli scatoloni. Qualcuno l'hai sigillato ermeticamente, e sai che non lo riaprirai più; qualcuno lo lasci soltanto socchiuso, sai che è lì e non si sa mai che un giorno... qualcun altro magari non riesci a chiuderlo, e ti sembra di non avere nemmeno la forza o il coraggio di nasconderlo in soffitta.


Dopo questa (splendida) introduzione, quello di cui volevo parlare riguarda la differenza con cui uomini e donne vivono l'ingombro di tutti i loro scatoloni. Questa differenza a mio avviso riflette le modalità profonde dei due sessi. Gli uomini sono dinamici, come i fiumi, e le donne sono statiche e cicliche, come il mare, verso cui tutti i fiumi scorrono. Gli uomini percorrono una strada, le donne abitano un luogo.
Un uomo in genere si porta appresso tutte le sue storie ammassate dentro il suo zaino; una donna invece le tiene ognuna in una stanza diversa della propria casa, stanze con le imposte chiuse e la luce spenta, in quanto ora ne abitano un'altra. (Ricordo, sono generalizzazioni spaventose, schematizzazioni schifosamente generali. Io sono tremendamente Chunk Up.)
Da questa considerazione, ogni altra che si può fare a riguardo discende di conseguenza.

16 commenti:

  1. Ciao!Capito di tanto in tanto sul tuo blog,e ogni volta riesci sempre a
    colpirmi ... questo post per esempio nella sua semplicità fa davvero riflettere!Complimenti!

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  2. Ciao!
    Ti ringrazio davvero. Qui si fanno sempre volentieri quattro chiacchiere virtuali... Sei la benvenuta.
    E grazie ancora!

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  3. bel colpo, fil. che ti do ragione lo sai già.

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  4. sei chunk up... mi ricorda un po' questo http://www.youtube.com/watch?hl=en&v=qtP3FWRo6Ow&gl=US

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  5. Aidi, contavo sulla tua approvazione :)

    Sushi, come mai?

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  6. Io mi sa che sono Chunk Down...

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  7. Assolutamente sì. Basta leggere uno qualsiasi dei tuoi post ;)

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  8. "Assolutamente sì", mi ricorda questo http://www.youtube.com/watch?hl=en&v=qtP3FWRo6Ow&gl=US

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  9. "Mi ricorda questo" mi ricorda questo: http://www.youtube.com/watch?hl=en&v=qtP3FWRo6Ow&gl=US

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  10. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  11. se fossi in te filippo, analizzerei le dinamiche dei blog, più o meno, connessi al tuo, sarebbe interessante non trovi?
    cmq sia come va tutto bene? lavoro? non serve che ti dica che quando sei a trieste mi devi assolutamente avvisare!
    ciao filippo, stammi bene

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  12. Contaci, appena torno a Trieste il tuo telefono squillerà!
    Fammi capire meglio: in che senso intendi «Analizzare le dinamiche dei blog»?

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  13. bè hai sicuramente notato che l'attività di molti blog è scemata... il mio quello di emanuele quello di miluzzo, certo ognuno avrà avuto le sue ragioni me ne rendo conto però se uno vuole scrivere lo continua a fare cmq mi riferivo a questo ormai ti stai dando al socialismo :)

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  14. Per come li intendiamo noi i blog sono attività di relazione con gli altri blogger: il mio blog esiste perché esistono i vostri, scrivo perché ci siete voi che mi leggete e che posso andare a leggere a mia volta. E se qualcuno non ti scrive più e/o non ti legge più... beh, è naturale che ti passi un po' la voglia di scrivere. Quindi credo basti un seme anche piccolo di pigrizia iniziale per arrivare a livelli di impantanamento anche notevoli. E diciamocelo, in questi mesi abbiamo un po' tutti i nostri cazzi&ammazzi a cui star dietro.

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  15. io scrivo tanto per farti scrivere! dai dai :)

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