martedì 21 aprile 2009

Sulla paura


«The only thing we have to fear is fear itself»
Franklin Roosevelt


Quando siamo di fronte ad un bosco di notte, non entriamo. Per paura dell'orso, ci dice la nostra mente.
Il discorso non fa una piega quando siamo davvero di fronte ad un bosco di notte. Ci fa sopravvivere. Ma la vita di oggi non è più così: ciò che ci fa paura non sono più sfide alla nostra sopravvivenza. Diciamo che non entriamo nel bosco perché abbiamo paura dell'orso; ma non capiamo che siamo di fronte ad un bosco, e non ad un orso. E non c'è motivo per avere paura di un bosco.
Fuor di metafora, i «boschi» oggi sono tutto meno che dei boschi; e non hanno certo dentro nessun orso. Ma il nostro cervello non sa fisiologicamente distinguere la paura del bosco dalla paura dell'orso.
La nostra imperfezione più grande in quanto esseri sociali è che confondiamo la paura di qualcosa con la paura di aver paura. Potremo vivere tutti molto meglio quando capiremo che l'unica cosa di cui abbiamo davvero paura è la paura stessa.

mercoledì 15 aprile 2009

Sull'intervento in sistemi sociodinamici / 2


Nel post precedente abbiamo detto, in sostanza e ad esempio, che se una persona ne odia un'altra è praticamente impossibile convincerla ad amarla, conviene piuttosto cambiare il significato di questo odio facendo appello ai motivi che l'hanno causato.

Prendiamo l'esempio di Adalgiso, felicemente fidanzato con Bernardina e amico di Ciccisbea. Il problema è che Bernardina è gelosa di Adalgiso perché passa molto tempo con Ciccisbea che è molto più figa di Bernardina. Il fatto è che Ciccisbea è una lavapiatti mentre Bernardina ha recentemente vinto il Premio Nobel per la Medicina, e per questo Adalgiso sta con lei e non con Ciccisbea.
Ora, la struttura del sistema è questa. Possiamo fare le seguenti considerazioni.
  1. La struttura del sistema vede Adalgiso come elemento centrale. Pertanto Adalgiso, se vorrà risolvere la seccatura, dovrà impostare il discorso non su un puro confronto tra Bernardina e Ciccisbea, ma dovrà mettersi al centro quasi come un arbitro.
  2. Notate che tra Bernardina e Ciccisbea non ho scritto «gelosia» ma «invidia», perché è ovvio che la gelosia non è altro che invidia proiettata. Lei è migliore di Ciccisbea, ma invidia la sua bellezza. Il problema è solo questo. Pertanto sarà inutile che Adalgiso faccia a Bernardina un discorso del tipo «Ma tu hai il Premio Nobel e lei è una lavapiatti», perché il problema di Bernardina non risiede qui ma nella superiore bellezza di Ciccisbea. Qui dovrà agire Adalgiso, facendo in modo non che questo sentimento cambi (è impossibile, Ciccisbea è più bella di Bernardina e anche se Adalgiso dicesse il contrario lei non gli crederebbe), ma sfruttandolo a proprio vantaggio.
  3. È inattivo l'elemento del Premio Nobel, ovvero la superiorità intellettuale e umana di Bernardina. Chiaramente, se Adalgiso vuole ottenere qualcosa, sarà bene che lo faccia diventare attivo, visto che è il punto di forza di Bernardina.
In base ai punti sopra, Adalgiso decide di fare a Bernardina questo discorso (tra parentesi quadre è indicato il punto a cui di volta in volta si sta facendo appello):
«Cara Bernardina, capisco come ti senti. Ma vedi, il parametro con cui io [1] valuto una persona non è la bellezza. Io giudico il valore di una persona in base alla sua forza [2]. Ciccisbea è una brava persona e io per questo [1] le voglio bene, non certo perché è bella [2]. A volte mi sembra che lei abbia bisogno di ostentare la sua bellezza perché si sente insicura di sé, perché non ha altre qualità da mostrare [3]. E sinceramente un po' la compatisco per questo [1], mi dispiace per lei. Tu invece non hai bisogno di mostrare nulla [2], perché quello che sei è così bello che io [1] posso solo rimanere incantato [3]».
Visto? Adalgiso non ha provato minimamente a spegnere l'invidia, ma a trasformarla in un'arma «contro» Ciccisbea. Bernardina continuerà a percepirsi meno bella di Ciccisbea, ma ora vedrà questa cosa come un suo punto di forza; questo punto di forza valorizzerà il suo recente viaggio a Stoccolma, che Ciccisbea non ha nel curriculum, e che prima Bernardina non considerava nel suo confronto con Ciccisbea.
Direi che un lavoro migliore Adalgiso non poteva farlo.

Sull'intervento in sistemi sociodinamici / 1



«La funzione è struttura, e la struttura è funzione»
Paradigma della biologia molecolare


Un sistema è un insieme di elementi in relazione tra loro. Chiameremo le relazioni tra i vari elementi dinamiche. L'insieme degli elementi[*] e delle dinamiche costituisce la struttura del sistema.

Il funzionamento di un sistema riflette la sua struttura, e la sua struttura riflette il suo funzionamento. Non si può quindi agire in maniera efficace e consapevole in un sistema se non si è prima compresa la sua struttura.

In sociodinamica, tipicamente gli elementi sono rappresentati dalle persone e le dinamiche dai loro sentimenti reciproci (in senso lato). La particolarità del sistema sociodinamico è di essere notevolmente sclerotico, poiché di base nessuno vuole cambiare se stesso né i propri sentimenti. Per questo motivo il metodo più efficace per intervenire su un sistema sociodinamico non è di modificarne le dinamiche, ma di renderle più efficienti.

Individuata quindi la struttura del sistema (elementi attivi/inattivi e dinamiche), il metodo generale consiste nel riprogrammare le dinamiche in modo che siano quanto più consistenti con la struttura ideale del sistema stesso[**]. La struttura ideale è naturalmente quella che realizza i nostri scopi secondo il paradigma “struttura <--> funzione”. Assieme alla struttura, cambierà automaticamente anche il funzionamento del sistema stesso.

Nel prossimo post chiarirò tutto (spero) con un esempio.


[*] - Ci sono quasi sempre degli elementi inattivi, o latenti, nel senso che appartengono al sistema nel suo complesso ma non partecipano alle sue dinamiche.

[**] - Per questo possono essere anche attivati elementi inattivi del sistema, o viceversa.