mercoledì 29 luglio 2009

Sul giusto


Lungi dall'aver esaurito gli argomenti sociodinamici, negli ultimi tempi sta prendendo sempre più piede nella mia mente il concetto di «giusto»: che cos'è, se esiste in forma universale, e soprattutto cosa abbia in comune con il Bene e con la felicità.
La prima cosa che mi sento di dire a riguardo è la seguente:
«Dalla ricerca delle regole nasce l'ossessione per il giusto: per la giustizia, per la giustezza».
Non lo definirei un discorso nuovo: le basi ci sono già tutte qui.
Credo mi ci vorranno molti mesi prima di avere qualche risultato.

martedì 14 luglio 2009

Continuazione del post precedente


«Tutte le famiglie felici si assomigliano; ogni
famiglia infelice è invece infelice a modo proprio»
Lev Tolstoj


Il post precedente pone automaticamente una domanda: «Perché la nostra mente indugia sulle cose brutte invece che sulle cose belle?». Essendo una domanda molto complicata, ho cercato (cfr. qui) una risposta che fosse più semplice possibile. Mi sono dato questa.
L'ottima Adelaide - che ringrazio per il contributo - mi fa notare che ai nostri occhi le cose brutte sono intrinsecamente più interessanti e attraenti. Perché? Secondo me perché il nostro è un cervello evoluto, e fa il suo lavoro di cervello evoluto, ovvero cercare soluzioni ai problemi.
Avete mai notato che le donne di casa trovano sempre qualcosa da sistemare, da pulire, da mettere in ordine? Anche quando la casa è assolutamente perfetta? Naturalmente lo fa perché il suo scopo biologico-evolutivo è quello di badare alla casa e alla famiglia. Ecco, il nostro cervello è un po' la nostra «donna di casa» personale: va in cerca sempre e continuamente di problemi, perché è esattamente quello il suo scopo. Non ci fossero cose di cui aver paura, cose da risolvere, il nostro cervello evoluto non servirebbe assolutamente a niente.
Siamo portati all'infelicità per non rendere inutili miliardi di anni di evoluzione biologica.
Ed ecco che vediamo problemi ovunque, piccoli sassolini lungo il nostro cammino ci sembrano vere e proprie montagne da scalare, e apparentemente non ci accorgiamo nemmeno di tutte le cose belle che abbiamo attorno. Perché le cose belle sono già «a posto», non c'è nulla da cambiare in esse: proprio perché sono già belle, vanno già bene così. Non c'è bisogno che il nostro cervello le consideri perché non rappresentano minacce e soprattutto non sono problemi.
Questa è la risposta più semplice che sono riuscito a darmi. Si tratta in sostanza di un «effetto di selezione» del nostro cervello. E naturalmente il consiglio è quello di ridimensionare l'importanza, la dimensione e la priorità delle cose brutte che vediamo nella nostra vita. Seguire una sorta di «dieta mentale» che ci faccia indulgere più sulle cose belle che su quelle problematiche. Il che può sembrare difficile, ma pensate un attimo a come reagireste se vi consigliassero una dieta a base di tutti gli alimenti più buoni, più sani, più gustosi e che vi piacciono di più...

sabato 4 luglio 2009

Ennesima* considerazione sulla felicità


[* Qui, qui, qui e qui le altre.]

Certamente tutti noi abbiamo dei motivi per essere infelici, o per non essere felici: ma non occorre nessun motivo per essere felici.
Basta con questa idiozia che se si è infelici per qualcosa allora non si può anche essere felici. Se in noi possono coabitare sentimenti contrastanti, allora possiamo anche essere infelici e felici.
E soprattutto, più in generale, basta con questa idiozia che si può essere felici solo a determinate condizioni. «Sarei felice se avessi... sarei felice se non avessi...»: sono tutte assurdità! Bisogna essere felici e basta, senza motivo! Che cosa cosa aspettiamo per essere felici? Un biglietto d'invito?
Se non si è felici, il modo migliore per cominciare è alzare gli angoli della bocca. Sorridere rende pù felici: provare per credere!

giovedì 2 luglio 2009

Spunto (un poco provocatorio) di riflessione


Il sesso, a conti fatti e a ben guardare, non è affatto tra le cose più intime che puoi fare con una donna.