sabato 20 giugno 2009

Sull'intervento in sistemi sociodinamici / 3


[Qui il /1 e qui il /2.]

Spesso, soprattutto quando si tirano in ballo discorsi ambientalisti o ecologisti, si sente lo slogan «Pensa globalmente, agisci localmente». Bello slogan, ma non so quanto in realtà saggio. Almeno per quanto riguarda i discorsi sociodinamici (di cui so qualcosa) credo valga di più la visione opposta: «Pensa localmente, agisci globalmente».

«Agisci globalmente»:
I sistemi sociodinamici, più di altri tipi di sistemi, sono particolarmente olistici ed estremamente orientati all'equilibrio. Per questo qui e qui ho proposto un approccio sostanzialmente «al sistema»: l'idea di base è che modificando l'atteggiamento di anche solo un suo elemento, tutto il sistema nel suo complesso subirà delle modifiche per portarsi in una nuova condizione di equilibrio. L'esempio di Adalgiso, Bernardina e Ciccisbea rende bene l'idea, in quanto Adalgiso, per risolvere il problema ha agito nel sistema nel suo insieme, tranne ovviamente l'elemento dove effettivamente risiedeva il problema ovvero Bernardina, in modo tale che quest'ultima, di fronte alla nuova visione complessiva del sistema propostale da Adalgiso, cambiasse il suo stesso atteggiamento per ripristinare l'equilibrio interno al sistema stesso. Per questo dico «Agisci globalmente»: l'intervento in sistemi sociodinamici è basato su un'azione a livello dell'intero sistema.

«Pensa localmente»:
D'altro canto ritengo che, nonostante l'olismo di cui sopra, il problema di un sistema sociodinamico - a meno che non sia stato costruito male - sia sempre in un punto preciso. Se Bernardina è gelosa di Ciccisbea il problema è di Bernardina, non è dell'intero sistema. Il sistema non ha nessun problema, funziona come deve funzionare: ma non ci piacciono le conseguenze, e allora interveniamo per cambiarlo. Se Adalgiso avesse pensato globalmente si sarebbe impelagato in discorsi sulla moralità della gelosia, sulla liceità del suo rapporto con Ciccisbea e chissà come ne sarebbe venuto fuori. Lui ha pensato localmente, ha preso il problema semplicemente per quello che era, e l'ha collocato esattamente nel punto dov'era. Per questo ha avuto successo. E per questo io dico «Pensa localmente».
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mercoledì 17 giugno 2009

Sul quando tirarsi su


Per tirarsi su non basta essere stanchi di una situazione: bisogna essere stanchi di essere stanchi di quella situazione. Per questo motivo la scelta di quando tirarsi su (al di là del come) va fatta con cura: per avere maggiore efficacia bisognerebbe aspettare il momento in cui si è stanchi di essere stanchi.

[Dopo la paura della paura, ora la stanchezza della stanchezza... La mia attitudine alla meta-concettualità sta degenerando...]

lunedì 15 giugno 2009

Sulla verità


Il problema più grande con la verità non è come trovarla, né come interpretarla o che significato darle: il problema più grande è cosa farcene, è come usarla; e, qualche volta, come sopportarne il peso.

martedì 9 giugno 2009

Principio zero del rapporto uomo-donna


Sicuramente nel post precedente ero troppo preso dal discorso sugli ex per accorgermi di aver sottovalutato una cosa che ho scritto. Ho parlato di uomini come fiumi e donne come mari per mettere una pietra di volta sul discorso degli ex; quando in realtà, pensandoci bene, mi sento di credere invece che quello può essere il concetto-base di ogni considerazione sul rapporto uomo-donna. Riscrivo quindi:
«Gli uomini sono dinamici, come i fiumi, e le donne sono statiche e cicliche, come il mare, verso cui tutti i fiumi scorrono. Gli uomini percorrono una strada, le donne abitano un luogo».
Questo concetto definisce che cos'è un uomo rispetto a una donna, e viceversa.