Per tirarsi su non basta essere stanchi di una situazione: bisogna essere stanchi di essere stanchi di quella situazione. Per questo motivo la scelta di quando tirarsi su (al di là del come) va fatta con cura: per avere maggiore efficacia bisognerebbe aspettare il momento in cui si è stanchi di essere stanchi.
[Dopo la paura della paura, ora la stanchezza della stanchezza... La mia attitudine alla meta-concettualità sta degenerando...]
[Dopo la paura della paura, ora la stanchezza della stanchezza... La mia attitudine alla meta-concettualità sta degenerando...]
Che accadrà quando si arriverà alla meta-concettualità della meta-concettualità? :|
RispondiEliminaStavo pensando di pensarci giusto ora...
RispondiEliminaNel mio dialetto vi è un'espressione meta-concettuale sulla meta-concettualità: "No me soi pensada". Letteralmente significa: "Non mi sono pensata"; "Non ho pensato me stessa", ma il significato col quale viene usata è prorpio diverso, significa infatti: "Non ci ho pensato". Ecco. "No me soi pensada" è fantastico! Mette chi pensa dentro la situazione, capisci? -"Hai preso il pane?" "Urca! No me soi pensada!"-. Non ho pensato -visto- sentito- ragionato- me stessa dentro quella situazione e quindi ho dimenticato di acquistare il pane. Eh... :)
RispondiEliminaÈ molto bella, sì. E la tua interpretazione è splendidamente metaconcettuale.
RispondiEliminaPensavo se non si potesse "ridurre" tutto ad una tendenza che hanno i dialetti di antica estrazione a sostituire l'ausiliare "avere" con l'ausiliare "essere". Cosa che è massicciamente presente sia nel dialetto veneto (e.g. "Sò magnà" per dire "Ho mangiato") che in altri vernacoli italiani (anche non settentrionali).