«Ogni mia considerazione sulla felicità parte dall'ipotesi che la felicità e l'infelicità non stanno nelle cose che abbiamo, ma in come le vediamo. Le persone felici vedono le cose in modo profondamente e sostanzialmente diverso da quello delle persone infelici. [...]
«Per questi motivi penso che non puoi giudicare il comportamento delle persone infelici se hai l'ottica di una persona felice. Non serve a niente dire ad un infelice “guarda quant'è bello il mondo”. Un infelice è capace di guardare solo quello che non ha [...], e non c'è da sottovalutare che l'infelicità dà un conforto da cui è paradossalmente difficile separarsi».
«Per questi motivi penso che non puoi giudicare il comportamento delle persone infelici se hai l'ottica di una persona felice. Non serve a niente dire ad un infelice “guarda quant'è bello il mondo”. Un infelice è capace di guardare solo quello che non ha [...], e non c'è da sottovalutare che l'infelicità dà un conforto da cui è paradossalmente difficile separarsi».
[Per capirci di più: qui.]
Sono d'accordo. Aggiungerei solo che non ci sono le "persone felici" e quelle "infelici", ma i momenti felici e infelici; in altre parole, salvo casi estremi il tipo di sguardo di una stessa persona è variabile nel tempo. E questa variazione è mossa un po' dal dentro, un po' dal fuori.
RispondiEliminaSì, insomma, anche oggi ho cercato di smontare una regola generale con la mia discrezione guicciardiniana, contento? :D
bravo, hai fatto bene a linkare perché ci stava tutto. quello che ho già detto non lo ripeterò. però se avevi messo incinta qualcuna almeno s'aveva un po' di gossip :[
RispondiEliminaIla, non hai smontato la regola: tu dici in senso diacronico quello che io dico in senso sincronico. (Eh?!?)
RispondiEliminaAd ogni modo la tua capacità di smontare le regole è davvero encomiabile.
Aidi, proverò a fare tutto il possibile, ma non ti assicuro niente :)