Gli unici valori assoluti sono il Bene e il Male. La verità è solo uno strumento per ottenere il bene. In quanto strumento, deve sottostare al fine del bene; non deve essere usato indiscriminatamente.
Naturalmente se si può evitare di dire bugie o di omettere la verità è meglio farlo. Ma dire la verità quando questa può fare del male (che non vuol dire risparmiare dolore a qualcuno, vuol dire proprio «male») è come usare un coltello per infilzare una persona e poi giustificarsi dicendo: «Beh, era un coltello, il suo scopo è tagliare».
Naturalmente se si può evitare di dire bugie o di omettere la verità è meglio farlo. Ma dire la verità quando questa può fare del male (che non vuol dire risparmiare dolore a qualcuno, vuol dire proprio «male») è come usare un coltello per infilzare una persona e poi giustificarsi dicendo: «Beh, era un coltello, il suo scopo è tagliare».
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RispondiEliminaPotrebbe capitare però che, se non la tagli tu, quella persona potrebbe essere tagliata da altre persone, con altri coltelli anche più affilati, o da te stesso, nel momento in cui ti dimentichi di tenere in mano un coltello. Se quella persona conosce il coltello, se tu glielo fai sentire senza ferirla troppo, allora la ferita vale la pena. (Cfr mio post sulle cose che valgono la pena).
RispondiEliminaP.S: chi stabilisce che la verità è strumento del bene?
Se tu eviti un dolore ad una persona per dargliene uno più grosso in futuro, questo per come lo intendo io è «male».
RispondiEliminaPS - La verità è uno strumento del bene perché il bene per come lo vedo io è lo scopo di tutto, e quindi ogni altra cosa dovrebbe essere asservita a quello scopo primo.
...pillola blu e ti svegli domani e non ricordi nulla, pillola rossa e scopri quant'è profonda la tana del bianconiglio...
RispondiElimina(comunque, proseguendo il ragionamento tuo e di Amhir: siccome c'è sempre la possibilità che quella verità salti fuori in futuro, facendo più male di quanto ne faresti tu, ne consegue che evitare un dolore oggi rischia sempre di provocarne uno peggiore domani; per cui è male.
E poi, Fili, la verità è così interessante.)
Si rischia, sì. Ma certi rischi vanno corsi Ila. Perché magari quel dolore verrà risparmiato, e le cose andranno bene. Certi rischi vanno corsi perché la paura di partire terrà sempre la nave legata al porto, ma non è quello lo scopo di una nave.
RispondiEliminaE se la paura di partire fosse in realtà la paura di dire la piccola verità? In realtà quel rischio io lo vedo della stessa intensità sia che la verità venga detta che no. Tento di spiegarmi meglio: se dico la verità ora, corro il rischio che questa faccia del male ad una persona. Se la occulto e non dico niente, corro il rischio, come dice Toppe, che causi del male maggiore in futuro. Ho il 50% di probabilità di fare del male, in ogni caso. Io continuo a pensare che l'azione, qui e ora, sia più relegabile e controllabile dell'azione futura, nella quale e della quale non possiamo avere riscontro circa le variabili in gioco (in quanto future).
RispondiEliminaIl vostro candore è bellissimo, e molto lodevole. Mi spiace di averlo perso.
RispondiEliminaAh ecco, prima era una prova.
RispondiEliminaSecondo me è sempre male non essere sinceri e credo che mentire o omettere delle verità, sia una maniera per non essere giudicati male dagli altri.
Credo piuttosto che dovresti iniziare a farti una coscienza tua personale, così da evitare di porti queste pippe mentali.
Tutti sinceri a 'sto mondo, eh? Tutti pieni di grandi principi... tutti pronti a morire piuttosto che dire una bugia. Certo, quando si commenta a un post il mondo diventa improvvisamente il consesso dei giusti. E naturalmente chi scrive una frase scomoda viene usato come capro espiatoro per lisciare il pelo alle buone coscienze.
RispondiEliminaPoi spegni il pc, esci per strada, e tutti - guarda un po' - fanno le cose peggiori: mentono in continuazione, ti ingannano, ti tradiscono, ti abbandonano senza motivo. E a quanto pare un membro di questo gran consiglio dei giusti non ha nemmeno le palle per dire come si chiama, quando spara le sue sentenze sulla MIA coscienza. Questo moralismo ipocrita è schifoso.
Anonimo, chiunque tu sia: sappi che chi mi offende senza presentarsi e senza nemmeno mostrare di conoscermi non è il benvenuto qui.
ma no fil, non hai capito: anonimo ha semplicemente ricopiato il testo di una canzone di cristina d'avena, sai di quelle sui quindicenni tutti amicizia e buoni sentimenti.
RispondiEliminaperò scusa, anonimo caro, ma che cazzo c'entrava cristina d'avena, adesso? qui si stava parlando di altre cose. cose un po' più serie, un po' più vere, ecco. un po' fuori dalle banalità della filosofia da ascensore, ecco.
fil ma non c'è un modo per proibire di firmarsi anonimi?
voglio inoltre far presente questo sillogismo di mia recente elaborazione.
l'anonimo si firma tale perché non ritiene che debba interessare la sua identità (e fin qui sono stata buona e ottimista, perché ho voluto ignorare la possibilità che l'anonimo sia un vigliacco infantile impiccione).
a me (e anche a filippo, direi) non interessa l'opinione di gente che non conosco (=gente di cui l'identità non è rilevante).
conclusione: se sei anonimo, che cazzo ce ne frega a noi di quello che pensi te?
Aidi, ho impedito agli anonimi di commentarmi. D'ora in poi chiunque voglia offendermi deve prima dirmi chi è.
RispondiEliminaUn omaggio per tutti.
RispondiEliminaUn dito puntato senza una faccia dietro. Solo un osso con un po' di carne attorno. Questo è l'anonimo. Poco diversi dagli anonimi, coloro che si creano un profilo solo per commentare ma non dichiarano nulla di se stessi: per questo il mio blog è aperto solo agli invitati. Una persona scrive, regala parte di sé agli altri, si mette in discussione di fronte a tutti e c'è perfino qualcuno che riesce a trovare la spudoratezza di dire che chi scrive ha il timore del giudizio altrui, un qualcuno anonimo, appunto. Quali pippe mentali nasconde questa maschera senza nome? Scusa lo sfogo Fil, ma l'anonimato è una cosa che mi fa andare fuori di testa, è la presunzione della codardia.
RispondiEliminabiga alata sei una simpatica umorista, ho molto riso :°D grazie!
RispondiElimina...prego^^
RispondiEliminaBe', c'è da dire anche che c'è modo e modo di dire la verità, e ciò dipende dal fatto che quel che si dice non è la verità, ma una verità.
RispondiEliminaPer portare avanti il discorso metaforico, una cosa è affondare brutalmente il coltello nel cuore, ben altra è sfiorare la pelle con la lama e provocare un graffietto che brucia un pochino, ma rende l'idea di quanto potrebbe dimostrarsi affilato il coltello spingendosi oltre.
Tuttavia certi coltelli non sono fatti per tagliare, ma per infilzare e basta. Quei coltelli è bene maneggiarli con prudenza o riporli proprio. Fuor di metafora: le verità da evitare sono quelle che non prevengono nessun ipotetico male maggiore, e perciò servono solo a ferire gratuitamente. Un esempio è quello del commento scritto da Anonimo, il quale riteneva di conoscere una verità riguardo il tema: "l'esistenza di una coscienza personale di Filippo", e l'ha buttata lì gratuitamente. È il caso di una presunta verità, ma, anche ammettendo che sia la verità, Anonimo poteva fermarsi un rigo prima, e quello sarebbe stato un commento discutibile, ma di certo non avrebbe ferito nessuno.
Parole sante amico mio. Quel discorso su una verità vs. la verità mi è piaciuto molto.
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