martedì 21 aprile 2009

Sulla paura


«The only thing we have to fear is fear itself»
Franklin Roosevelt


Quando siamo di fronte ad un bosco di notte, non entriamo. Per paura dell'orso, ci dice la nostra mente.
Il discorso non fa una piega quando siamo davvero di fronte ad un bosco di notte. Ci fa sopravvivere. Ma la vita di oggi non è più così: ciò che ci fa paura non sono più sfide alla nostra sopravvivenza. Diciamo che non entriamo nel bosco perché abbiamo paura dell'orso; ma non capiamo che siamo di fronte ad un bosco, e non ad un orso. E non c'è motivo per avere paura di un bosco.
Fuor di metafora, i «boschi» oggi sono tutto meno che dei boschi; e non hanno certo dentro nessun orso. Ma il nostro cervello non sa fisiologicamente distinguere la paura del bosco dalla paura dell'orso.
La nostra imperfezione più grande in quanto esseri sociali è che confondiamo la paura di qualcosa con la paura di aver paura. Potremo vivere tutti molto meglio quando capiremo che l'unica cosa di cui abbiamo davvero paura è la paura stessa.

6 commenti:

  1. la paura è invece molto sana è un sistema inconscio che ci fa sopravvivere. Il panico è dannoso non la paura, pensa alle risposte del corpo la paura è adrenalina, il panico invece è una sorta di blocco del cervello.
    Un esempio pratico, io andando in giro in moto sono caduto un po' di volte, ci sono due situazioni differenti quelle in cui l'unica cosa che fai è pigiare il pedale del freno e (ahimè) anche la leva e tiri con tutta la forza che hai, puntalmente sono finito per terra, quando invece ho solo schiacciato il pedale del freno stando attento a quando spostarmi non mi sono mai fatto nulla, avevo paura sia nel primo che nel secondo caso, ma si devo dire che senza quel momento di 'rallenty' datomi dall'adrenalina avrei passato un sacco di tempo in ospedale. Ecco perchè secondo me la paura è molto sana è il panico a dover essere combattuto.
    (e la nostra vita 'moderna' non prescinde certo da situazioni paurose/pericolose!)

    RispondiElimina
  2. Come al solito, essendo un blog di appunti, alcuni miei post hanno bisogno di spiegazioni un po' meno vaghe.
    Allora, la paura è un meccanismo sano perché ci mantiene in vita. Ti do piena ragione. Sono in moto, se non ho paura non freno, se non freno cado, se cado mi apro la testa: quella paura è da benedire perché mi trovo realmente in pericolo e mi permette di salvarmi.
    Ma poi ci sono le paure sublimate, e quelle sono un po' meno sane. Ad esempio, sono all'esame di Analisi e me la sto facendo sotto dalla paura. Non c'è nessun pericolo, eppure mi sento in pericolo. Perché? Perché mi sento al centro dell'attenzione, e il mio cervello interpreta questo fatto come l'essere visibile ai predatori. Il mio cervello avrà capito tutto sugli integrali, ma non capisce che il mio prof. non è un predatore né una minaccia fisica (al di là delle divertenti battute che possiamo farci sopra). Questa paura non è sana, perché non ha senso; per dare il massimo all'esame ho bisogno solo di un po' di tensione psicologica, magari di un'aspettativa del tipo premio-punizione, ma non certo di paura.
    E questo è solo un esempio quotidiano che non fa male a nessuno: ma la psiche a volte si poggia su paure fondamentali che non sono mai guarite, e questo è gravissimo. Esempio: Tizio quand'era nella culla aveva una mamma che non lo abbracciava, non lo stringeva, non lo copriva, lo lasciava al freddo, lo lasciava solo; in una parola lo trascurava. Lui provava una paura tremenda di essere abbandonato e non ricevere quindi il sostentamento necessario per sopravvivere. Quello è un terrore sano e reale, perché un bimbo è del tutto dipendente dall'amore materno. Poi cresce, si mette insieme a Tizia, ma stanno male insieme e così lei lo vuole lasciare. Lui è terrorizzato da questa idea: non c'è nessun pericolo reale per lui, anzi lasciando Tizia comincerebbe a star meglio, ma ha il trauma dell'abbandono e il suo "Non andartene" è mosso dallo stesso terrore che aveva nella culla quando si sentiva abbandonato dalla mamma. Il suo cervello non sa distinguere la paura di essere abbandonato da Tizia con la paura che aveva nella culla di essere abbandonato dalla mamma: eppure Tizia non è mica sua mamma, e mica ha bisogno di Tizia per nutrirsi, scaldarsi e sopravvivere! Senza contare che anche lei probabilmente lo vorrà lasciare per fuggire da qualche situazione assolutamente non reale ma che le fa tanta paura come se fosse perfettamente reale e presente.
    E allora vedi, Giulio, come spesso le nostre paure non sono vere paure, sono solo paure di aver paura. Questo era in sostanza quello che volevo dire.

    RispondiElimina
  3. Wow! La paura di aver paura fa paura!

    RispondiElimina
  4. che dire filippo ti posso solo dare ragione, certo che per me cose come quelli che pensi a volte tu sono impensabili, la mia mente è molto più semplice della tua... come cazzo non sei riusciuto a entrare alla sissa proprio non so...

    RispondiElimina
  5. A questo punto sarebbe interessante interrogarsi circa i livelli consci ed inconsci della paura. (Es: devo fare un esame = paura conscia derivata da... Oppure: sto male e ho sensazioni che mi mettono a disagio = paura inconscia derivata da.. etc etc.) Sarebbe interessante poi capire se la paura è in collegamento con la "paura della paura", se e come si influenzano. Insomma Fil, secondo me ce n'è qua da scrivere!

    RispondiElimina
  6. Accetto volentieri spunti su cui riflettere.

    RispondiElimina