domenica 4 gennaio 2009

Utilizzo «altruista» dell'empatia: un esempio generico


Prendiamo una persona impaurita, confusa e insicura (per i motivi che volete) che si trova (per i motivi che volete) in una situazione di stallo, blocco e indecisione. Qual è il modo migliore per trattarla?
Non possiamo suggerirgli le cose che deve fare, per almeno tre valide ragioni:
  1. perché sembreremo quelli che hanno la risposta in mano, facendo sembrare quella persona ancora più incapace;
  2. perché chi ha paura di fare un passo ha paura di fare anche quelli giusti;
  3. ma soprattutto perché una persona deve sempre avere l'impressione di fare da sé le scelte giuste.
Per questo gli suggeriremo le cose che non deve fare.
Gli avremo così limitato il numero di passi possibili, e quindi il numero di fonti di paura; ma gli avremo lasciato la possibilità di scegliere quali tra i passi giusti compiere. Se la sua scelta si rivelerà giusta (cosa che accadrà se noi gli avremo escluso tutti i passi sbagliati) la sua autostima crescerà, passerà la paura di sbagliare e il suo problema sarà essenzialmente risolto. Grazie a noi.

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