sabato 4 luglio 2009

Ennesima* considerazione sulla felicità


[* Qui, qui, qui e qui le altre.]

Certamente tutti noi abbiamo dei motivi per essere infelici, o per non essere felici: ma non occorre nessun motivo per essere felici.
Basta con questa idiozia che se si è infelici per qualcosa allora non si può anche essere felici. Se in noi possono coabitare sentimenti contrastanti, allora possiamo anche essere infelici e felici.
E soprattutto, più in generale, basta con questa idiozia che si può essere felici solo a determinate condizioni. «Sarei felice se avessi... sarei felice se non avessi...»: sono tutte assurdità! Bisogna essere felici e basta, senza motivo! Che cosa cosa aspettiamo per essere felici? Un biglietto d'invito?
Se non si è felici, il modo migliore per cominciare è alzare gli angoli della bocca. Sorridere rende pù felici: provare per credere!

13 commenti:

  1. devo dire che hai ragione. se mi sforzo, anche io posso essere felice, felice e basta, anzi tutto sommato felice perché ho delle cose che mi fanno essere felice. direi che è ancora più invitante per essere felici!
    ma a parte questo, le cose che ci rendono infelici sono di solito più evidenti delle altre, un po' come il fatto che al tg danno le notizie buone e non quelle cattive.
    e quindi una cosa che mi rende infelice mi rende mooooolto infelice.
    in pratica, se ho 100 motivi di felicità e 1 di infelicità = non sono felice.
    e se mi sforzo, come dici tu, riesco.
    ma solo per il tempo in cui dura lo sforzo.

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  2. sono svalvolata. al tg danno le notizie cattive, non quelle buone!

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  3. Faccio pubblicità al Monolocalgarage: poco tempo fa anche lì si parlava dell'importanza delle belle notizie, tanto da creare addirittura uno spazio di raccolta delle stesse.
    Ma al di là di questo, Aidi, devo riempirti di onore dicendo che mi hai proprio letto nel pensiero. Mi sto infatti chiedendo perché, se è vero quel che ho scritto in questo post, la nostra mente indugia sulle cose brutte piuttosto che su quelle belle. Perché le cose brutte sono più evidenti di quelle belle?!?
    Sto lavorando ad una proto-risposta possibile, ma accetto volentieri qualunque idea o spunto di riflessione :)

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  4. Io penso che abbiamo bisogno di cose brutte per essere felici. Nella mia totale ignoranza dico che a mio avviso le cose brutte ci fanno ricordare di quanto potremmo essere felici. Poi, penso anche che esse hanno molto peso in quanto nessuno vorrebbe essere infelice, quindi cerchiamo inconsciamente sempre cose brutte per ricordarci di essere felici. Non so se mi sono spiegato.
    In ogni caso, vado a bermi un caffè.

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  5. "Tu sapevi che la prima Matrix era stata progettata per essere un mondo umano ideale? Dove non si soffriva, e dove erano felici tutti quanti, e contenti. Fu un disastro. Nessuno si adattò a quel programma, andarono perduti interi raccolti. Tra noi ci fu chi pensò a... ad errori nel linguaggio di programmazione nel descrivere il vostro mondo ideale, ma io ritengo che, in quanto specie, il genere umano riconosca come propria una realtà di miseria e di sofferenza. Quello del mondo ideale era un sogno dal quale il vostro primitivo cervello cercava, si sforzava, di liberarsi. Ecco perché poi Matrix è stata riprogettata così."

    untebìa, s.f., modello politico, sociale o religioso in cui ogni cosa deve essere spalmata di olio o grasso (sia animale che vegetale), ma che non trova effettivo riscontro nella realtà e viene proposto quindi come ideale negli ambienti vicini al mondo delle fritture e dei cibi particolarmente insalubri.

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  6. Sushi John, l'uomo delle citazioni.

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  7. un tempo l'uomo delle citazioni era matteo boschetti nelle veci di tyler durden o di david lynch, ma chissà che fine ha fatto quel boschetti lì.
    comunque mi ricollego a mykdee per osservare che il pieno dà il senso al vuoto, il bene dà il senso al male, la felicità dà il senso all'infelicità. e viceversa.
    in un passaggio de "il vangelo secondo Gesù Cristo" di Saramago, il diavolo chiede a Dio perché non lo uccide, visto che può tutto. Dio gli risponde che le loro esistenze sono l'una legata all'altra, e che Dio non potrebbe esistere se non ci fosse il diavolo, e viceversa.
    alla fine di una bellissima estate durante il liceo dissi: ma perché deve finire? mi fu detto: le cose belle sono tali perché finiscono, prima o poi. se non finissero mai non avrebbero un senso e smetterebbero di essere belle.
    e anche il riposo, lo svago, il divertimento alla lunga diventano una tortura. così come quando stiamo lavorando sodo vorremmo solo riposarci.

    e poi c'è quel leggerissimo senso di fastidio, di disagio, che provo a volte, quando ho finito di lavorare, ho fatto tutte le cose che dovevo fare, mi sono preparata per uscire, e sto andando in macchina verso il divertimento. sono da sola con me stessa nell'abitacolo col mondo che mi scorre intorno e avverto nettamente questa netta sensazione. allora vado più veloce per raggiungere presto il posto, le persone, le chiacchiere che mi distoglieranno da tutto questo.
    non siamo mai contenti, come si suol dire...

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  8. Filippo, nonostante sia a Milano a far baldoria, sta ancora pensando... com'è sua indole, sta pensando a qualche argomento psicologico... e sta arrivando ad una sua personalissima conclusione.

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  9. Io comincio a pensare che la felicità sia un fatto più chimico che altro. Intendo la felicità come *sentimento*, non la soddisfazione razionale di chi conta tutto ciò che ha e conclude che sì, in fondo può andare.
    Questo tipo di felicità (e infelicità) penso dipenda da fattori molto più insulsi e contingenti di quanto crediamo - solo che ci vergognamo di essere tristi semplicemente perché è nuvoloso, così inventiamo che abbiamo un qualche vuoto esistenziale...

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  10. Benvenuta nel cinico mondo di Filippo il Mulo... :)

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  11. filippo, continua così la strada dell'alcool è quella giusta.

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